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Carlo Bolpin Papa Francesco continua la riforma della chiesa, non tanto agendo sulla dottrina quanto con atti e gesti che incidono in profondità sulla cultura, sul cambiamento della mentalità, sulla prassi della chiesa, muovendo il cuore e la mente alla conversione evangelica. Anche questo atteggiamento risale a Francesco d’Assisi (ma anche ad una tradizione dei gesuiti) che non contrappone una dottrina ad un’altra ma lascia che parli ed agisca la propria azione concreta in prima persona, senza imporre l’adesione al proprio pensiero astratto ma chiedendo di convertirsi di fronte a gesti semplici, imprevedibili, che si rifanno direttamente al Vangelo. Gesti miti e di grande rottura Così è stato, ad esempio, per la lavanda dei piedi a donne anche di diverse religioni. Atti di diversa tipologia ed intensità, diversa carica dirompente e discontinuità, rivolti a soggetti diversi, ma piccoli o grandi passi convergenti. Gesti mitima di una grande forza di rottura e “durezza” nel senso che mettono in crisi, pongono direttamente di fronte alla parola e ai fatti dell’annuncio evangelico, mostrando tutta la sua forza sconvolgente nei confronti non solo della sapienza umana ma, forse in primo luogo, della stessa tradizione ecclesiale consolidata. Così agiva Francesco d’Assisi fuori delle diffuse visioni dolcificate ed estetizzanti che ci sono tate tramandate. Un atto di questo tipo, rivolto più all’interno e legato al discorso fatto sul diaconato femminile, è anche quello voluto da papa ...
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