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“RIPARATI”
Documentario sulle terapire di conversione in Italia

Data: 24 Novembre 2025

«Riparati» è un viaggio nelle profondità delle esperienze di chi ha vissuto in prima persona le cosiddette terapie riparative o terapie di conversione: pratiche ancora oggi messe in atto nella chiesa cattolica e da altre istituzioni e associazioni religiose con l’illusione di «curare» l’orientamento sessuale delle persone omosessuali. Percorsi psicologici privi di qualsiasi fondamento scientifico, e che in vari modi sono stati — e continuano a essere — imposti per controllare, reprimere o negare l’omosessualità.

A Bologna, lunedì 24 novembre alle ore 17.30, questo dolore e questa verità prenderanno voce pubblicamente con la presentazione del documentario “RIPARATI” nella Sala Tassinari di Palazzo d’Accursio, in Piazza Maggiore 6.
L’iniziativa è organizzata da La Tenda di Gionata, in collaborazione con il quotidiano Domani, nell’ambito del Patto di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti delle persone LGBTQIA+ del Comune di Bologna.

Perché questo incontro

Le cosiddette “terapie riparative” non sono un ricordo distante, ma una ferita ancora aperta nella vita di tante persone LGBTQ+. Nonostante l’Unione Europea le vieti e l’ONU, nel 2020, le abbia definite senza esitazioni «torture» (ONU, 2020), queste pratiche continuano ad annidarsi negli ambienti ecclesiali e nelle realtà di formazione cattolica, dai seminari alle fraternità più diffuse, da Comunione e Liberazione ad Azione Cattolica.

Il documentario “Riparati – La Chiesa, l’omosessualità e la violenza delle terapie di conversione”, prodotto dal quotidiano Domani, dà finalmente voce a chi queste pratiche le ha subite sulla propria pelle. Il film racconta il prezzo umano, psicologico e spirituale che queste persone hanno pagato cercando semplicemente di vivere nella verità.

Testimonianze che aprono gli occhi

«Quando ho capito quanto male mi era stato fatto ho pensato a togliermi la vita», racconta Rosario Lo Negro, ex seminarista dell’arcidiocesi di Agrigento, in una delle testimonianze raccolte.

Maria Silvia ricorda così il suo incubo: «Non so come mi sono salvata dalla pentola nera in cui ero finita», dopo anni di violenza psicologica che l’hanno costretta a una lunga psicoterapia per rimettersi in piedi.

La storia di Luca Bocchi, cresciuto in Azione Cattolica e indirizzato alle terapie dal suo parroco, mette a nudo un meccanismo più diffuso di quanto immaginiamo: «Ho chiamato l’ufficio abusi della mia diocesi e ho detto tutto. Adesso il mio caso è passato agli avvocati della Curia ma è bloccato a causa del diritto canonico». E quando il dolore l’aveva portato a scegliere un modo per togliersi la vita, a salvarlo è stata una parola detta da un’amica, non dalla sua Chiesa.

Un appello alla verità e alla responsabilità

Il documentario non si limita a denunciare ma cerca un dialogo. Lo ricorda anche Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, che durante le riprese afferma: «Se abbiamo fatto del male a qualcuno dobbiamo avere quella disponibilità a chiedere scusa. Un perdono che sia generativo e quindi riparativo».
Un perdono che, sottolineano le vittime, non è ancora arrivato.

Riparati è un film necessario proprio per questo: perché il dolore non venga più nascosto sotto il tappeto della “buona intenzione” e perché la chiesa cattolica, quando sbaglia, trovi il coraggio evangelico di guardare in faccia la ferita.

PROGRAMMA DELL’EVENTO

Ore 17.15 – Accoglienza e registrazione
Ore 17.30 – Saluti istituzionali di Emily Clancy, vicesindaca del Comune di Bologna con deleghe all’uguaglianza, ai diritti LGBT e al contrasto alle discriminazioni
Ore 17.45 – Introduzione al documentario
Ore 17.50 – Proiezione del film “Riparati – La Chiesa, l’omosessualità e la violenza delle terapie di conversione”

Ore 18.15 – Dibattito con:

  • Alessia Arcolaci, giornalista freelance del quotidiano Domani
  • Padre Pino Piva SJ, gesuita, impegnato nei percorsi spirituali su tematiche LGBTQ+
  • Testimoni che hanno subito direttamente le terapie di conversione

Con la partecipazione speciale della cantautrice e attivista Giulia Anania, autrice delle musiche originali del documentario.

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