Marc Chagall, Luci del matrimonio (1945)

DONNA E FAMIGLIA
NELL’EBRAISMO E NELL’ISLAM

Enzo Pace

Ebraismo e islam hanno trasmesso di generazione in generazione un’immagine di famiglia come luogo di santificazione, dove regna un ordine naturale e sociale stabilito, sin dall’origine della creazione, da Dio stesso. I fini e i ruoli sono ben definiti così come il ciclo di vita della famiglia è scandito da riti di passaggio, celebrazioni domestiche, diete alimentari, obblighi coniugali e doveri educativi nei confronti delle nuove generazioni.

All’immagine di una vita di relazione in santità, le due religioni del ceppo semitico ne hanno affiancata un’altra nel corso del tempo. Quest’ultima più concreta, come concreto appare il fare famiglia e il vivere in famiglia quando nelle due religioni ne parlano i dotti in giurisprudenza.

Il diritto nelle religioni svolge il compito di riportare sulla terra ciò che è esaltato in cielo. Fuori di metafora, il linguaggio giuridico ci ricorda che la famiglia sarà voluta da Dio, ma è pur sempre un’istituzione sociale che esprime le caratteristiche diverse che tale istituzione assume nel tempo che muta, soprattutto quando la cultura originaria, in senso antropologico, dove una religione ha iniziato a prendere forma come tale, si è confrontata, ha interagito e si è mescolata con altre culture.

Uno sviluppo diverso Per storie diverse, il giudaismo antico è diventata una religione errante, per definizione, con una accelerazione dal 70 d.C. in poi; allo stesso tempo, l’embrionale religione delle tribù arabe dello Hijaz (lett. la barriera, la stretta striscia tra ...

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