GAZA
“RESTIAMO UMANI”
“Restiamo umani”
È il monito che ci ha lasciato Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza il 15 aprile aprile 2011.
Arrigoni, nato a Besana in Brianza il 4 febbraio 1975, è stato un giornalista e un attivista pacifista sostenitore della soluzione dei due Stati. Si era trasferito nella Striscia di Gaza per documentare le condizioni di vita della popolazione.
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DOCUMENTI
ONU/Consiglio Diritti umani,
Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio (30.6.2025)
Dobbiamo la traduzione integrale in italiano del Rapporto di Francesca Albanese (Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967) alla redazione di Bocche Scucite, blog di “Voci dai territori occupati”.
—, Lettera ai nostri contemporanei del popolo ebraico della diaspora (29.10.2024)
—, Israele-Palestina. Le risoluzioni, disattese, dell’ONU
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• Amnesty International, Gaza, fame come arma di genocidio (3.7.2025)
• Goher Rahbour, chirurgo britannico che ha lavorato per un mese nell’ospedale Nasser di Khan Younis:
“In corsia a Khan Younis i pazienti ti chiedono solo di lasciarli morire”
(Intervista a cura di Francesca Mannocchi, “La Stampa”, 22.6.2025)
• Le parole di Emergency per raccontare la tragedia di Gaza
– Cercare di ottenere cibo può costare la vita (19 giugno 2025)
– Non ci sono parole per raccontare la tragedia di Gaza (10 giugno 2025)
• “Non sono riuscito a prendere niente. Sono partito a mani vuote e sono tornato a mani vuote a causa della folla che aspettava di prendere qualcosa, degli spari, dei posti di blocco. Così me ne sono andato.”
Come racconta uno dei nostri colleghi gazawi, nei punti di distribuzione allestiti per la consegna dei pochi aiuti umanitari fatti entrare nella Striscia, la vita delle persone viene messa a rischio tra panico, caos e insicurezza.
“Quando la consegna degli aiuti umanitari era gestita dalle Nazioni Unite, c’erano circa 400 punti di distribuzione attivi. Oggi ne funzionano solo quattro, per oltre due milioni di persone. Le conseguenze sono drammatiche: si contano già più di 100 tra morti e feriti”, racconta Andrea Bona, nostro medico a Gaza. (Emergency, 4 giugno 2025)
• Secondo il rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC) pubblicato oggi, 470.000 persone a Gaza stanno affrontando una fame catastrofica (IPC Fase 5) e che l’intera popolazione sta vivendo una situazione di insicurezza alimentare acuta. Il rapporto prevede anche che un numero allarmante di 71.000 bambini e più di 17.000 madri avranno bisogno di cure urgenti per la malnutrizione acuta. (Unicef, 20 maggio 2025)
• Oltre il 93% delle bambine e dei bambini di Gaza (circa 930mila) , sono a rischio critico di carestia (Shave the children, 12 maggio 2025)
[Pubblicato il 19.6.2025]
La foto di Abded Rahim Khatib, Anadolu/Getty è ripresa dal sito: https://www.internazionale.it/magazine
Signore Iddio, Padre nostro, dove sei? Non mi chiedere: dove sei tu. Quel poco che io riesco a fare è un nulla. Davanti a tanta vittoria del male è faticoso tener salda la fede nelle sue promesse rifugiandosi nel mistero di Dio e della sua croce!
Non abbiamo più nulla di umano, ma quel che più stride è che ci definiamo cristiani.