A CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Sulla pedofilia del clero (20.5.2013)
Contesto. [in allestimento]
TESTO
Lettera aperta ai vescovi italiani riuniti per la loro assemblea annuale sulla pedofilia del clero
Cari fratelli vescovi,
fino a quando non affronterete in modo serio e responsabile il problema della pedofilia del clero alla luce dei vostri obblighi davanti, in primo luogo, alle vittime, poi alla vostra coscienza e naturalmente in coerenza col Vangelo?
Fino a quando vi chiuderete a riccio nascondendovi dietro le vostre “Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici” dell’ultima vostra assemblea del maggio 2012 ? Esse non sono neppure coerenti con la “Lettera circolare della Congregazione per la dottrina della fede” del 3.5.2011. Ignorano quanto ha detto l’ex Promotore di giustizia del Sant’Uffizio Mons. Charles Scicluna sulla “cultura del silenzio” praticata nel nostro paese su questo problema da parte del mondo ecclesiastico. Avete affermato che esse erano state preventivamente visionate e informalmente approvate dalla Congregazione ma la procedura di accettazione è ancora aperta e pare che più di un dubbio circoli sui contenuti di tali ‘Linee’.
Fino a quando ignorerete che gli altri episcopati, soprattutto nel Nordeuropa e negli USA, hanno organizzato strutture e metodi di intervento sul problema, mentre qui tutto è lasciato al poco credibile, alla luce dei fatti, “prudente discernimento del vescovo”? Voi vescovi avete tutti (quasi tutti) sempre praticato procedimenti riservati, ed avete esclusa la collaborazione con la giustizia civile. Vi siete presi cura solo del clero e delle ricadute su di esso come se le vittime non facessero parte del Popolo di Dio e per di più non rappresentassero un soggetto molto debole, meritevole di una tutela prioritaria.
Fino a quando continuerete a pensare che questo è un problema che riguarda gli altri paesi e che esso in Italia è di modeste dimensioni, quando invece gli episodi di cronaca dicono ben altro ?
Fino a quando userete norme del codice penale, del Concordato e del codice di diritto canonico ( punto 5 delle vostre “Linee guida”) per proteggere il chierico invece di lasciarlo sempre alla normale giurisdizione penale? Fino a quando avrete come prioritaria preoccupazione quella per l’onore della Chiesa, intesa non come comunità dei credenti ma come corpo sacerdotale? Quando farete riferimento solo a principi di verità e di giustizia nei confronti degli offesi? E che dire della sofferenza di tanti preti che vedono offuscata la loro spesso meritoria opera dal fatto che alcuni loro colleghi sono stati ingiustamente protetti mentre le vittime sono state lasciate a sé stesse?
Abbiamo fatto analisi e proposte (il 31.3.2010), abbiamo chiesto che l’elaborazione delle “Linee guida” fosse fatta con i rappresentanti delle vittime (11.10.2011), vi abbiamo scritto una Lettera aperta il 12.5.2012. Lo abbiamo fatto anche a nome delle vittime e delle loro famiglie e perché da esse sollecitati. Abbiamo chiesto di dialogare. Nessuno ha mai risposto, né in modo diretto né in modo indiretto. Il 22 maggio dell’anno scorso dopo l’emanazione delle “Linee guida” siamo stati costretti ad esprimervi la nostra indignazione per questa ‘non evangelica’ difesa della casta ecclesiastica (al sito www.noisiamochiesa.org/?p=2173 potete rileggere il documento che richiama tutte le nostre posizioni).
Ci rivolgiamo infine e in modo particolare ad alcuni fratelli vescovi che sappiamo avere molti dubbi sulle “Linee guida” ma che tacciono in assemblea perché prigionieri da una logica di conformismo e di prudenza. Tale logica non ha alcuna giustificazione: dite la vostra, chiedete che il problema sia riaperto e il modo di affrontarlo ridiscusso. Vi invitiamo anche a prendere, con coraggio, decisioni autonome come ha fatto il Vescovo di Bolzano, è nel vostro diritto, è nel vostro dovere, non diventate corresponsabili !
Fraternamente
NOI SIAMO CHIESA
Roma, 20 maggio 2013