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LUIGI BETTAZZI A COLLOQUIO CON DIO

Credo di stare scrivendo una recensione non imparziale: parlare di un libro di Luigi Bettazzi, il vescovo della Pax Christi, l’amico di vecchie discussioni, fa andare oltre la lettera. A tu per tu con Dio può essere letto come una qualunque opera di meditazione coerente con la tradizione teologica cattolica: parla, appunto, della relazione con Dio.

Parlare di Dio: un discorso stravagante
Non è la lettura giusta, tanto più che l’autore in una brevissima – breve è anche il libro – premessa racconta quanto, da tempo, fosse colpito dal discorso su Dio, non quello tradizionale, trasmessomi dal catechismo e dalla teologia, (ma) quello in uso oggi, iniziato con “la morte di Dio” e attuale con “oltre Dio”, “al di là del teismo”, e simili”.

Aveva già scritto un libro in sintonia con un “tema complesso per le tante voci e vago come non può non essere ogni discorso su Dio”. Quindi un lavoro compatibile con il suo ripetuto confronto con il “notissimo giornalista (Corrado Augias) che si dichiara ateo”, contestato da Bettazzi che sostiene che chi è davvero ateo, non terrebbe per fondamenti degli “assoluti” come la giustizia o la libertà. Un ragionamento non necessariamente assolutorio, che un tradizionalista sospetterebbe troppo indulgente nei confronti di un miscredente che scambia l’idealità con la fede. Invece Bettazzi, se da un lato anticipa eventuali critiche, dall’altro prende a pretesto un sogno per raccontarci le sue perplessità su quel libro già scritto con qualche stravaganza, che intende comunque pubblicare anche se lo sente retrogrado e sorpassato perché a qualcuno interessato e curioso come me può risultare una tappa verso stravaganze più moderne. L’espressione è un po’ involuta, ma l’oggetto delle “stravaganze” è proprio Dio.

Un Dio oltre le righe
In realtà gli erano capitati tra le mani – lo racconta – alcuni libri ancor più stravaganti ed enigmatici che lo avevano incuriosito. Uno di questi è certamente Il sogno di Nabucodonosor o la fine di una Chiesa medievale del gesuita Roger Lenaers, perché ne avevamo discusso per telefono, un libro audace che indaga criticamente anche quei “dogmi cristiani fondamentali, come la ss.Trinità e la divinità di Gesù Cristo” scritti da ecclesiastici qualificati e passati senza censura ecclesiastica superiore. Stravaganze? L’uomo libero Luigi Bettazzi vescovo da un pezzo era già dentro il pensiero critico del nostro tempo che l’istituzione non reprime più (?) – anzi sembra incalzare la passività del popolo dei credenti, ancora timidi e convinti della presenza che ha la loro fede nella loro vita e nelle loro buone intenzioni. Come è stato in tutto il resto della storia che stiamo vivendo nelle trasformazioni e che è rimasta indietro rispetto all’accelerazione che ci viene dall’evolversi della scienza e del tempo, a partire da quell’Intelligenza Artificiale che non deve impadronirsi di quella “naturale” e dal “ritorno” della guerra come si fossimo ancora, quanto ai metodi, alla prima guerra mondiale.

Una curiosità mai sopita
Chi legge A tu per tu con Dio può sentirlo un estremo intervento, quasi una confidenza personale del vescovo intellettuale e teologo del Vaticano II, finalmente confortato dal pontificato di Francesco. Ma con quella premessa la lettura può farsi davvero enigmatica: dove stava andando don Luigi con la sua curiosità? Partendo dalla transitorietà di noi individui dopo la morte, intende significare che questa relatività ci fa credere nell’esistenza di un assoluto: gli umani, che in tempi lontani non riuscivano a immaginarlo e lo traducevano in miti, crearono il mondo delle religioni. Ci sta dentro l’Olimpo, che è la religione fondamentale dell’antica Europa; lasciate da parte le altre religioni del mondo, punto di partenza è l’ebraismo di Elohim – un nome plurale – che offre al suo popolo l’Alleanza e l’attesa del Messia. È a questo punto che un uomo di Nazaret di nome Gesù (concepito in modo singolare…) presenta una nuova Alleanza di carattere interiore e universale proclamandosi “Figlio di Dio” e presentandosi come “Messia” (in greco Cristo). In una pagina l’autore sintetizza la storia di Gesù che viene a sconvolgere il sistema costituitosi e quella dell’ebreo zelante Saulo che diventa Paolo, il diffusore della “buona novella”. Nella serie delle religioni segue “Nel settimo secolo in Arabia un certo Mohammed proclama un Dio (Allah) assolutamente unico e inconoscibile”. Seguono i problemi delle divisioni successive delle tre religioni monoteiste al loro interno fino al Lutero (un’altra pagina che si conclude con le guerre tra “cristiani cattolici e cristiani protestanti, tra di loro – come anche ora tra noi – c’entra la politica, ma le presentano come “guerre religiose”. Non sono stravaganze: alcune espressioni – estrapolare non è oggettivo – sono singolari (“spettacolare” la descrizione del giudizio finale, “fantomatiche” le gerarchie celesti); ma il fatto che sia centrale la lavanda dei piedi – che non è una novità – con la bella confidenza che a lui piaceva l’idea che Gesù avesse lavato i piedi di sua madre o che trovi per Giuda (poveretto) una giustificazione personale che non è quella di Amos Oz ma nemmeno la condanna confermata dal papa.

La cosiddetta recensione finisce qui. Spero sia un invito a leggere. Con un po’ di ermeneutica che tenga conto dell’autore, un vescovo, sia pure emerito, che anni fa a Romena disse non solo che “Quando Dio ha creato il mondo ha detto: “Guarda, mi piace un mondo in cui ci sia anche Luigi Bettazzi… È un tipaccio, ma mi va anche bene così. E questa cosa l’ha pensata per ciascuno di noi”, ma citò anche il curato d’Ars che chiese a un contadino che cosa faceva quando stava in chiesa davanti all’altare: “Io lo guardo e Lui mi guarda”.

Giancarla Codrignani

Luigi Bettazzi, A tu per tu con Dio, EDB, Bologna 2023, pp. 96

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