OMOSESSUALITA’
Al centro la persona e la sua capacità di amare
“Ha senso giudicare l’amore?”. Uno dei più eminenti moralisti italiani si è confrontato con la sacra scrittura e la morale tradizionale cattolica ponendosi in una prospettiva totalmente libera da giudizi fatti a priori.
La proposta etica avanzata dal teologo Giannino Piana nel volume “Omosessualità. Una proposta etica” Cittadella editrice) mette al centro la persona e la sua capacità di costruire relazioni d’amore autentiche e quindi moralmente significative.
L’autore intende sottrarre l’omosessualità dal terreno della colpevolezza morale per restituirle la dignità di una normale manifestazione della condizione umana, uno stato esistenziale in cui vivere in pienezza, ricercare la realizzazione personale, sviluppare relazioni umane autentiche. È l’unicità e la irripetibilità della persona omosessuale, come di ogni persona, che va in ogni caso sempre rispettata, evitando di appiattirla radicalmente su uno stereotipo oggettivo che finisce per mortificarla nella sua più profonda identità: in essa è in gioco il “mistero” della persona nella pienezza del suo essere e nello sviluppo delle relazioni interpersonali.
Giannino Piana pone al centro la relazione convergendo sul concetto dell’antropologia filosofica che tende sempre più a considerare il maschile e femminile quali dimensioni costitutive dell’umano: in altre parole come realtà che appartengono trasversalmente all’umano in quanto tale e che sono pertanto compresenti sia nell’uomo che nella donna. La relazione è ontologica. Questo non per negare le differenze ma per valorizzarle in quanto fattori che sollecitano l’incontro con l’altro e lo rendono di fatto possibile. Nello stesso tempo tale interpretazione fa emergere il primato della relazione sulle differenze mettendo di conseguenza in luce come il rapporto uomo/donna, pur costituendo il modello paradigmatico, non possa comunque esaurire in sé stesso le modalità espressive della relazionalità.
Egli afferma che l’immagine di Dio non è, infatti, per Genesi anzitutto la singola persona, ma la relazione che ha nel rapporto uomo/donna il suo referente privilegiato e che si estende in senso allargato ad ogni altra forma di rapporto umano.
Nel Nuovo Testamento si accentua questa visione. La categoria di immagine di Dio riceve pieno significato alla luce del mistero trinitario, dove la relazione acquisisce un carattere sostanziale, in quanto definisce la natura stessa di Dio. L’icona trinitaria che ci presenta Dio come colui che vive in comunione di persone le quali sussistono in quanto si donano reciprocamente, concorre a conferire un’assoluta priorità di valore alla relazione.
Anche in Paolo non c’è più “né giudeo né greco né schiavo né libero né uomo né donna “. È qui affermato con nettezza il superamento non solo delle differenze religiose e sociali ma anche di quelle sessuali. L’opera redentrice di Cristo sollecita ad uscire dagli schemi dei modelli tradizionali per recuperare la centralità della persona, il valore della relazione interpersonale come criterio ultimo e decisivo di valutazione dell’agire.
Ha senso la proposta della castità perfetta? Il catechismo della Chiesa cattolica parla dell’importanza di un’amicizia disinteressata iscrive: “l’impegno di vita cristiana dovrà dirigersi verso l’amicizia disinteressata, fedele, spirituale “. A questo proposito viene fatto osservare che la sessualità ha in sé come significato fondamentale quello di diventare espressione del dono reciproco e la bontà della relazione omosessuale come del resto di quella eterosessuale non è legata al mancato uso della sessualità ma al suo uso corretto, cioè alla capacità della persona di viverla come momento di espressione di tale dono e come via per un suo ulteriore approfondimento. L’autore sembra affermare come il criterio primario di valutazione del comportamento, sia in ambito eterosessuale che omosessuale, debba essere la misurazione della capacità che si ha di costruire relazioni interpersonali vere e reciprocamente arricchenti.
Andando più a fondo, viene esplicitata una posizione in grado di superare l’antico iato tra ordine oggettivo e ordine soggettivo della morale, con un risultato di grande equilibrio e rispetto per il mistero della persona umana.
Corrado Contini
Giannino Piana, Omosessualità. Una proposta etica, Cittadella editrice, Assisi (PG) 2010, p. 112