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IL SINODO DEGLI ESPERTI

Franco Ferrari 

“E’ ora il momento di riprendere con decisione il cammino” è stato l’incoraggiante invito rivolto a tutti i vescovi del mondo, a poco più di un mese dalla chiusura della prima sessione del Sinodo, da parte dei cardinali Mario Grech e Jean-Claude Hollerich, rispettivamente Segretario e Relatore generale.

Un percorso caratterizzato dalla complessità, che ha richiesto alla Segreteria del sinodo oltre quattro mesi per mettere a punto una strategia di lavoro. Infatti, la Relazione di Sintesi (RdS) votata dalla prima sessione del Sinodo, – che è bene ricordare è dedicato alla ricerca di una forma sinodale della Chiesa – ha consegnato al Vescovo di Roma e alla Chiesa un lungo elenco di “proposte” e di complesse “questioni da approfondire”.

Tenere vivo il dinamismo sinodale
Una prima indicazione di lavoro è stata rivolta alle Chiese locali per un nuovo processo di consultazione sulla base della RdS per rispondere alla domanda “Come essere Chiesa sinodale in missione?”.

Lo scopo è duplice. Prolungare e mantenere viva l’esperienza sinodale nelle Chiese locali, per condividere esperienze e buone pratiche; le sintesi di questa ulteriore ricognizione dovrebbero fornire il polso della situazione e verranno messe a disposizione dei sinodali, senza ulteriori filtri, con l’ambizioso scopo di aiutarli a farsi un’idea di quale recezione sta avendo il percorso sinodale nelle Chiese locali.

In secondo luogo, portare l’attenzione sugli aspetti strutturali (organismi di partecipazione, ministerialità, rapporti tra Chiese locali e Vescovo di Roma, …) da adattare al principio di sinodalità. Una breve sintesi, elaborata dalle singole Conferenze episcopali e consegnata a metà maggio, fornirà una base per elaborare l’Instrumentum laboris (IL) della seconda sessione.

L’ascolto dei parroci
In parallelo la Segreteria generale e alcuni Dicasteri della Curia hanno organizzato un incontro internazionale dei parroci (“I parroci per il Sinodo”, 28 aprile – 2 maggio) per “valorizzare la loro esperienza”, ma ancor più “per un loro maggiore coinvolgimento nel processo sinodale”. La consultazione iniziale, infatti, aveva fatto emergere una certa refrattarietà a coinvolgersi nel processo sinodale.

I partecipanti (oltre 200) suddivisi in 18 gruppi linguistici (spagnolo, inglese, francese e italiano) si sono confrontati su tre macro-temi: Il volto della Chiesa sinodale; Tutti discepoli, tutti missionari; Tessere legami, costruire comunità.

Il confronto ha sostanzialmente confermato quanto già si sapeva dalla fase di consultazione. In particolare: le difficoltà ad abbracciare la visione sinodale (i gruppi anglofoni ne temono un potere distruttivo); il timore di perdere potere con l’insorgere di una contrapposizione presbiteri-laici; la crisi per un eccesso di incombenze e responsabilità organizzative e spesso per una condizione di solitudine/isolamento.

Poi, anche tra i parroci, ha fatto capolino l’esigenza di adeguare il Diritto canonico, di rivedere la formazione e la vita nei seminari, di valorizzare il ruolo delle donne. Ma non c’è traccia delle questioni: celibato, diaconato femminile, preti sposati, reinserimento “dei presbiteri che hanno lasciato il ministero” (RdS, 11l). In sostanza i parroci sono su posizioni più arretrate rispetto a quanto ha espresso il Popolo di Dio nelle consultazioni.

Al termine dell’incontro, a significare l’entità delle resistenze, i partecipanti hanno ricevuto dal papa il “mandato” di “diventare missionari di sinodalità” verso gli altri parroci, con la richiesta di “informare la Segreteria del Sinodo” dei frutti del loro lavoro.

Approfondimenti extra sinodali
L’aspetto più impegnativo è indubbiamente l’approfondimento delle “questioni” sulle quali i padri e le madri sinodali non hanno trovato un accordo o hanno avanzato proposte. Una mole di lavoro affidata ad una complessa architettura di gruppi di studio [1] composti da esperti e Pastori che verrà impostata e coordinata, per espresso incarico del papa, dalla Segreteria generale del sinodo.

Francesco, su indicazione della Segreteria generale, ha individuato dieci macro-temi attorno ai quali sono state raccolte molte delle questioni poste dalla RdS. Tra queste: la figura e i criteri di selezione dei vescovi; i criteri per affrontare le questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse (fine vita, identità di genere, orientamento sessuale, …); il servizio ai poveri e alle situazioni di marginalità; la recezione dei risultati del cammino ecumenico. La questione del diaconato femminile è affidata al gruppo che si occuperà dei ministeri, mentre la richiesta di riforma dei Codici di diritto canonico (latino e orientale) è stata affidata ad una commissione ad hoc sotto la guida del Dicastero per i testi legislativi.

Sono invece scomparse dall’orizzonte le questioni relative al presbiterato (celibato, reinserimento dei preti sposati, ordinazione viri probati). Il cardinale Grech, in conferenza stampa, ha affermato che la questione del celibato “non è mai stata messa sul tavolo”, ma occorre osservare che vi si fa riferimento sia nelle sintesi della consultazione, sia nell’IL (B2, 9), sia nella RdS (12 f, l) e che il sinodo dell’Amazzonia si era già espresso sull’ordinazione dei viri probati. Anche della centrale questione liturgica, – molte le criticità segnalate con evidenza dalla consultazione -, presente in modo attenuato nella RdS (1c; 3l, m), non si trova traccia.

La Segreteria generale, inoltre, si avvarrà di un “Forum permanente” per vari approfondimenti.

In questo ampio lavoro di ricognizione verranno coinvolti anche i Dicasteri della Curia, la Commissione teologica internazionale e la Pontifica commissione biblica.

Il sinodo insufficiente
Se, dunque, l’Assemblea sinodale, che riceverà comunque un report sui lavori dei gruppi di studio, è stata “espropriata” delle questioni controverse di cosa si dovrà occupare a ottobre? Dovrà rispondere alla domanda “Come essere Chiesa sinodale in missione?”, ma per avere un’idea precisa occorrerà attendere l’IL in corso di elaborazione.

La via imboccata non può che apparire ragionevole data la natura fondamentale e in alcuni casi fondativa delle questioni, ma invita a porsi alcuni interrogativi.

Se i gruppi di studio hanno mandato fino al giugno 2025, chi deciderà quali soluzioni adottare sulla base delle loro proposte? Forse una serie di sinodi tematici, oppure Bergoglio potrebbe decidere sulle questioni sulle quali vi sarà maggiore convergenza e rimandare le altre al suo successore, o ancora rimandare tutto a chi verrà dopo di lui.

La Chiesa, però, non sembra più poter attendere soluzioni calibrate sul lungo periodo. Thomas Reese, autorevole notista gesuita del “National Catholic Reporter”, ha annotato in proposito: “Nel frattempo, mi sento sul Titanic mentre l’equipaggio si incontra per parlare di come dovrebbero ascoltarsi a vicenda, milioni di cattolici se ne stanno andando”.

Tenendo conto delle “insufficienti” recezioni dei sinodi sulla famiglia e sull’Amazzonia non potrebbe essere fuori luogo ripensare all’ipotesi, che da tempo viene riproposta, di un nuovo concilio. La consultazione del Popolo di Dio ne ha indicato l’agenda, gli approfondimenti extra sinodali ne potrebbero essere una base preparatoria.

Franco Ferrari
Presidente dell’Associazione Viandanti
L’articolo è stato pubblicato sul bimestrale “Missione Oggi” (n. 2 / maggio-giugno 2024).
Si ringrazia la direzione per la gentile concessione.

L’articolo è stato ripreso dal sito dell’Istituto  Humanitas Unisinos dell’Università dei gesuiti di di Vale do Rio dos Sinos (Brasile): “O sínodo dos Especialistas“.

– – Nota – – – – –
[1] Gli strumenti per l’approfondimento
a) Dieci Gruppi di studio
1. Le relazioni tra Chiese orientali cattoliche e Chiesa latina (RdS 6); 2. L’ascolto del grido dei poveri (RdS 4 e 16); 3. La missione nell’ambiente digitale (RdS 17); 4. La revisione della formazione dei diaconi e dei presbiteri (RdS 11); 5. Aspetti teologici e canonistici intorno a specifiche forme ministeriali. (RdS 8 e 9).; 6. Le relazioni fra Vescovi, Vita consacrata, Aggregazioni ecclesiali (RdS 10); 7. La figura e il ministero del Vescovo (criteri di selezione dei candidati, funzione giudiziale del Vescovo, natura e svolgimento delle visite ad limina Apostolorum…) (RdS 12 e 13); 8. Il ruolo dei Nunzi apostolici (RdS 13); 9. Criteri per un discernimento sulle questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse (RdS 15); 10. La recezione dei frutti dell’ecumenismo (RdS 7);
b) Cinque gruppi di lavoro trasversali
Questi gruppi avranno il compito di approfondire tra l’altro gli aspetti relativi all’implementazione della sinodalità nelle diocesi; allo statuto delle Conferenze episcopali e degli organismi continentali; al ruolo della Curia romana, al primato petrino e al rapporto tra papa e collegialità episcopale.
c) Un “Forum permanente”
Il “Forum permanente” dovrà di approfondire gli aspetti teologici, giuridici, pastorali, spirituali della nozione e della pratica della sinodalità, ponendo attenzione a: chiarire il rapporto tra sinodalità, comunione e collegialità; studiare l’apporto dell’esperienza sinodale delle Chiese orientali cattoliche (RdS 1, 6d, 7g).

[Pubblicato il 20.7.2024]
[L’immagine che correda l’articolo è ripresa dal sito: osservatoreromano.va]

1 Commento su “IL SINODO DEGLI ESPERTI”

  1. Thomas Reese, l’esempio del Titanic è chiarissima.
    Cosa aspettiamo a svegliarci?
    Un cattolico amareggiato.

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