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Giovanni Cereti
Il Patriarca Atenagora è stato un uomo e un cristiano dai grandissimi meriti, innamorato dell’unità, al punto che giunse a chiedere a papa Paolo VI di concelebrare l’Eucaristia. In tal modo sarebbe stato riconosciuto il superamento della divisione fra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente, già sancito in qualche misura con la cancellazione delle scomuniche reciproche dalla memoria delle chiese che era stata fatta con una dichiarazione solenne alla conclusione del concilio, il 7 dicembre 1965. Di fronte a questa richiesta, Roma tergiversò, rendendosi conto della complessità del problema e temendo nuove divisioni nell’Ortodossia, fino a che la morte del Patriarca Atenagora pose fine a questa opportunità.
Non è un problema di teologi
La visione entusiasta ma forse ingenua del patriarca Atenagora è ben sintetizzata dalla frase che gli viene spesso attribuita: “io prenderei tutti i teologi delle diverse chiese, li porterei in una delle nostre isole e li costringerei a stare lì fino a che non si saranno messi d’accordo e non avranno superato tutti i problemi che ancora ci tengono divisi”.
Il fatto è che non è un problema di teologi. Innumerevoli dialoghi ecumenici, a livello locale e a livello internazionale, frutto del lavoro di centinaia di commissioni di dialogo ufficialmente incaricate dalle chiese, hanno affrontato i problemi dottrinali che le dividono, e a parere di teologi fra i maggiori non ci sono più problemi dottrinali che obblighino le ...