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Gianni Novello
Scrivo queste note dove la vista può spaziare su un grande panorama dall'alto. Sotto, la città con i suoi quartieri, una zona industriale, il mare che lambisce una spiaggia arcuata, i declivi, un santuario, il porto. Quassù i rumori arrivano attutiti dalla distanza. Eppure la città con la sua vita e i suoi traffici sta lì, tanto vicina da sentire verso di essa un bisogno di fuga o la necessità di amarla. Da qui non vedi le persone eppure son loro a fare di questa città una comunanza di memorie condivise e di obiettivi da attuare, o una convivenza forzata o mal condivisa. Vedi tetti, templi, condomini, palazzi di uffici. Le persone sono lì, dentro. Salire in alto e guardarsi dentro Chissà quante volte molti avran sentito la voglia di salire qui per guardare la propria città in silenzio e in silenzio interrogare il cielo e se stessi e prendere le misure delle distanze con gli altri con cui sembra di vivere sempre molto vicino! Vicino o lontano? Come partecipare alle relazioni di questa città? Che cosa ci avvicina ad essa? Cosa me ne allontana? La mia città è un mistero. Come conoscerne l'intreccio degli affetti che la compongono, i sogni delle sue generazioni, gli affanni e i desideri, le sofferenze, le gioie, i drammi, tutto il muoversi della sua vita? Ora quassù son arrivati altri. Questa montagna è vissuta da ognuno con le proprie domande e ricerche. È il fascino del salire in alto e guardare dentro il ... Leggi tutto