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Marco Bertè
Nel cammino verso la nostra Assemblea soci, che si terrà il 30 novembre, stiamo pubblicando a puntate le riflessioni, o meglio la lunga meditazione sull’essere viandanti, che Marco Bertè, uno dei soci fondatori, ci ha donato con questa dedica: “Una meditazione dedicata agli amici dell’Associazione Viandanti, con il piacere di ricordare un’idea e un’amicizia”. Una preparazione remota della quale ringraziamo molto Marco. [V]
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Verso dove cammina il viandante? Verso una qualche alterità che ci chiama e verso cui è misteriosamente attratto? O, senza rendersene conto, verso sé stesso, verso le profondità dell’Io? Ecco il nodo da sciogliere. I due poli, sé e altro da sé, rimangono vincolati l’uno all’altro, implicandosi vicendevolmente. Non è possibile optare per l’uno o per l’altro. Non c’è, non si dà l’uno senza l’altro. Non c’è sé senza altro da sé come non c’è altro da sé senza sé. Si direbbe che al viandante è posto o proposto qualcosa di ulteriore, qualcosa che sta al di là o più in profondità di questo nodo e che si manifesta come un enigma o come un territorio ancora da esplorare.
Il richiamo dell’Alterità La compresenza e reciprocità di sé e altro da sé diventano consapevoli e generano il formarsi e trasformarsi continui del proprio mondo e di se stessi, anche se tutto rimane ancora piuttosto anonimo. E si impone la necessità di figure meglio caratterizzate. Ecco allora “verso l’alterità?”, non a caso in ...
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