Paul Klee, Insula Dulcamara (1938). Berna, Centro Paul Klee.

ESSERE, DIVENTARE VIANDANTI
VERSO L’ALTERITA’?

Marco Bertè

 Nel cammino verso la nostra Assemblea soci, che si terrà il 30 novembre, stiamo pubblicando a puntate le riflessioni, o meglio la lunga meditazione sull’essere viandanti, che Marco Bertè, uno dei soci fondatori,  ci ha donato con questa dedica: “Una meditazione dedicata agli amici dell’Associazione Viandanti, con il piacere di ricordare un’idea e un’amicizia”. Una preparazione remota della quale ringraziamo molto Marco. [V]

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Verso dove cammina il viandante? Verso una qualche alterità che ci chiama e verso cui è misteriosamente attratto? O, senza rendersene conto, verso sé stesso, verso le profondità dell’Io? Ecco il nodo da sciogliere. I due poli, sé e altro da sé, rimangono vincolati l’uno all’altro, implicandosi vicendevolmente. Non è possibile optare per l’uno o per l’altro. Non c’è, non si dà l’uno senza l’altro. Non c’è sé senza altro da sé come non c’è altro da sé senza sé. Si direbbe che al viandante è posto o proposto qualcosa di ulteriore, qualcosa che sta al di là o più in profondità di questo nodo e che si manifesta come un enigma o come un territorio ancora da esplorare.

Il richiamo dell’Alterità La compresenza e reciprocità di sé e altro da sé diventano consapevoli e generano il formarsi e trasformarsi continui del proprio mondo e di se stessi, anche se tutto rimane ancora piuttosto anonimo. E si impone la necessità di figure meglio caratterizzate. Ecco allora “verso l’alterità?”, non a caso in ...

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