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Andrea Grillo Iniziazione

ANDARE A DOTTRINA

Andrea Grillo Iniziazione

Un Concilio che è stato “pastorale” – per qualcuno un errore – non potrà generare proposte di istruzione religiosa tradizionalmente dogmatiche. Avere fede (e anche fiducia, che è altra cosa) fa bene alla salute dello spirito e non è colpa della secolarizzazione se non risulta facile nemmeno sapere cosa mai sia. Basta ascoltare i bambini e ci si rende conto che le loro osservazioni – sia che, come mi è capitato di sentire, mettano il cellulare tra le cose che porterebbero con sé per cercare Gesù, sia che trovino strana la catechista che parla di Dio creatore senza parlare dell’evoluzione (ci sono evidentemente maestre bravissime) – ci obbligano a cambiare almeno il linguaggio quando pensiamo ad una loro possibile “iniziazione”.
Andrea Grillo, in un suo libretto dedicato non solo ai professionisti ma anche a laici genitori o educatori, dice che questa parola in disuso significa generare, accogliere, formare, educare, accompagnare, insegnare, ma anche lavare, profumare, guarire… L’evangelizzazione sta sempre nella logica del dono e nella domanda del bene, ma il paradigma educativo, anche se gli adulti, ancora devoti e obbedienti non se ne accorgono, è cambiato: l’annuncio della salvezza sembra essersi fatto complesso, ma è sostanzialmente sempre lo stesso.
Il “mistero” viaggia nelle percezioni delle generazioni che si succedono nel tempo; e anche il simbolico soffre se lo si riduce a un “meccanismo a orologeria”: la grazia non si è bloccata con Pietro e tanto meno con i successori di Pietro. Tenendo conto che Benedetto XVI ha istituito un Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e con il motu proprio Fides per doctrinam ha sottolineato l’importanza dottrinale della catechesi, resta imprecisato, anche da Andrea Grillo, come regolarsi, nella pratica catechistica, per essere compatibili con l’attuale catechismo. Papa Francesco non valorizza in modo particolare il nuovo Consiglio, ma non dà segno di voler dare corso a innovazioni di un Catechismo tradizionale secondo Giovanni Paolo II. Forse tocca a noi il coraggio, in nome del normale interrogativo del buon cristiano (“chi sono io per giudicare) di far avanzare i ritocchi non proprio irrilevanti per aiutare l’aggiornamento dell’organizzazione.

Giancarla Codrignani

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