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GAZA: FERMI TUTTI!

Il 22 luglio scorso è stata diffusa una dichiarazione congiunta dell’Arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, e del Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz, “Sulla guerra a Gaza e sulla responsabilità comune per la pace”. Ne rilanciamo il testo, perché non vogliamo abituarci e arrenderci ai soprusi, alla mancanza di rispetto delle leggi internazionali, e per non condividere l’ipocrisia – da tempo perdurante – della cosiddetta Comunità internazionale. Un rimando anche alla pagina di documentazione: Gaza. “Restiamo umani”. [V]

** ** **

Noi, rappresentanti delle comunità cristiana ed ebraica a Bologna, figli dell’Unico Dio pacifico e misericordioso, riconoscendoci Fratelli tutti, uniamo la nostra voce consapevoli della gravità dell’ora presente e della responsabilità morale che ci unisce come credenti e come cittadini.

Di fronte alla devastazione della guerra nella Striscia di Gaza diciamo con una sola voce: fermi tutti. Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti. Si permettano corridoi umanitari. Si cessi l’occupazione di terre destinate ad altri. Si torni alla via del dialogo, unica alternativa alla distruzione. Si condanni la violenza.

Ci uniamo al grido dell’umanità ferita che non vuole e non può abituarsi all’orrore della violenza: basta guerra. È il grido dei palestinesi e degli israeliani e di quanti continuano a credere nella pace, coscienti che questa può arrivare solo nell’incontro e nella fiducia, che il diritto può garantire nonostante tutto. Come ricorda il Salmo: «Cercate la pace e perseguitela» (Sal 34,15). E come insegna la sapienza antica: «Chi salva una vita, salva il mondo intero». Ma è tragicamente vero il contrario: chi uccide un uomo uccide il mondo intero.

Condanniamo ogni atto terroristico che colpisce civili inermi. Nessuna causa può giustificare il massacro di innocenti. Troppi bambini sono morti. Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi.

Rigettiamo ogni forma di antisemitismo, islamofobia o cristianofobia che strumentalizza il dolore e semina solo ulteriore odio. Chiediamo alle istituzioni italiane e internazionali coraggio e lucidità perché aprano spazi di incontro e aiutino in tutti i modi vie coraggiose di pace. Il dolore unisca, non divida. Il dolore non provochi altro dolore. Dialogo non è debolezza, ma forza. La pace è sempre possibile. E comincia da qui, da noi. Fermi tutti!

+ Matteo Maria Zuppi
Arcivescovo di Bologna
Daniele De Paz
Presidente della Comunità Ebraica di Bologna

https://www.chiesadibologna.it/dichiarazione-dellarcivescovo-e-del-presidente-della-comunita-ebraica/

[Pubblicato il 25.7.2025]
[L’immagine  è ripresa dal sito: ispionline.it]

4 Commenti su “GAZA: FERMI TUTTI!”

  1. Carissimi, grazie per questa comunicazione (faticosa ma necessaria) ma ancora priva di elementi concreti di trasformazione della nostra Italiana inerzia (innocente?) in atti precisi che possano incidere su decisioni di potenza che nascono da precisa convinzione di impunità e spregiudicata fiducia nella propria potenza militare ed economica e capacità di condizionare le decisioni degli stati democratici. QUESTI GESTI CONCRETI NON SONO PIU’ RINVIABILI!!!
    NON possiamo più tacere neanche le INUMANE condizioni in cui vengono trattenuti migliaia di Palestinesi nelle carceri israeliane; la maggior parte di questi in “fermo amministrativo”, chiaramente atti volti a spaventare e minare la resistenza ma di fatto molto efficaci nel creare e far crescere l’odio che servirà ad alimentare la risposta violenta e lo stato di polizia e di guerra.
    Inoltre, da NONVIOLENTO praticante mi rammarico che nel documento congiunto non si faccia alcuna menzione alla RESISTENZA NONVIOLENTA delle POPOLAZIONE PALESTINESE che, nella sua grande maggioranza, subisce con resilienza inaudite prevaricazioni dei diritti fondamentali garantiti dal Diritto Internazionale (oltre che dal buon senso e dai comuni principi religiosi).
    Questa “resistenza nonviolenta” è un VALORE UMANO per tutte le civiltà che vogliano costruire un futuro di vera Pace per le generazioni che verranno; deve essere valorizzata e promossa in ogni dichiarazione… anche congiunte.
    Inoltre non va dimenticato che le Norme Internazionali autorizzano le popolazioni invase alla resistenza armata contro gli eserciti invasori: anche questo deve essere riconosciuto bilateralmente per la giusta distinzione tra “terrorismo” e “Resistenza”.
    Ancora cristianamente speranzando …

  2. Un caro amico ha scritto una lettera ai suoi nipoti per affermare che essendo a conoscenza dei massacri di Gaza disapprova nel modo più assoluto l’azione di Israele.
    E’d è solo l’azione di un singolo.
    A maggior ragione mi associo al contenuto della lettera del card. Zuppi e del Presidente della comunità ebraica di Bologna pubblicata dai Viandanti. Auspicherei che altre associazioni e movimenti aderissero.

  3. Di fronte a tanto orrore ci si sente impotenti e nello stesso tempo responsabili perché stiamo a guardare senza fare nulla.

  4. Non mi aspettavo da “Viandanti” un “cosiddetta” Comunità internazionale nella sua “ipocrisia”. Aggregare, coordinare, unire è sempre un’impresa. Ricordiamoci che è formata da tutti gli Stati del mondo che, diversi come sono, rendono oggi l’ONU impotente. Chi oggi, in Italia, dai partiti politici ai giornalisti, parla della crisi dell’Onu, caricandosela anche sul proprio (quasi) silenzio? Mio figlio lavora da anni nell’Onu, oggi in Giordania, ad Amman, e vive dall’interno la crisi. Mi domando: quanto tempo avranno impiegato il cardinale Zuppi e il presidente della Comunità Ebraica a scrivere “insieme” il loro “Gaza: fermi tutti !” E quanti, cattolici ed ebrei, leggendo, solleveranno obiezioni? Eppure, resta ugualmente un discorso importante. E noi non ci arrendiamo.

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