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Carlo Bolpin
Stanno, finalmente, aumentando prese di posizione, raccolta di firme, appelli, per contrastare le politiche governative verso gli immigrati. Con indignazione vediamo che queste politiche superano ogni decenza ma continuano a crescere nel consenso. Basta questo atteggiamento o rischia di diventare un alibi?
Capire il perché di un processo
Il problema è che una ritrovata mobilitazione “contro”, “anti”, non può servire da alibi per non affrontare la realtà. Rischia anzi di confermare e incrementare il consenso se manca l’analisi del perché siamo arrivati a questo punto di deterioramento, che ha radici profonde e lontane, non è nato all’improvviso con questo governo.
Salvini rappresenta, infatti, in modo rozzo ed estremo una “cultura” (in senso antropologico), che è penetrata - in forme diverse, più raffinate - dentro le diverse famiglie politiche, culturali, religiose. Le attraversa e frantuma trasversalmente.
È una mentalità, un modo di vedere e affrontare i processi che va studiato: come e perché è diventato senso comune (perdendo le discriminanti destra/sinistra). Perché il mondo della cultura, prima ancora che quello della politica, non ha capito, non si è accorto di questa deriva? Anzi ha cercato di inseguirla, avallando i processi di deterioramento.
Questa incomprensione è propria anche delle comunità e delle Chiese cristiane che non hanno operato un adeguato discernimento e non hanno messo in atto i necessari anticorpi. Una gran parte della Chiesa cattolica è rimasta silenziosa, complice, nell’illusione di riuscire a mantenere il consenso della gente e la presenza politica.
La paura di ...