Il seminatore (1888), Vincent Van Gogh. Amsterdam, Museo Van Gogh.

PERCHÉ RESTARE NELLA CHIESA
E IMPEGNARSI PER RIFORMARLA

Simona Segoloni Ruta 

Se c’è un dato profondamente tradizionale che il concilio Vaticano II ci ha permesso di interiorizzare è che la chiesa non coincide con la gerarchia. Il concilio ci ha permesso infatti di ridire in ogni modo possibile quello che abbiamo sempre saputo e cioè che la chiesa è il popolo di tutti quelle e quelli che credono nel Vangelo, che in questa fede sono stati e sono state battezzate e che questa fede vogliono vivere (nonostante tutte le povertà che segnano il proprio vissuto).

Una promessa tradita Non è dunque ben posta la domanda se chiediamo ad un/a credente perché resta nella chiesa, dal momento che ciascun credente è chiesa, insieme agli altri e alle altre. Eventualmente potremmo chiedere a questa persona che cosa la fa soffrire nel vivere e nel dire della chiesa di cui è membro vivo e se questa sofferenza potrebbe portarla ad allontanarsi, a non impegnarsi più, a spendere altrove le risorse che il Vangelo offre. Molti e molte già fanno questo in realtà. 

Si è aggiunto, infatti, al fenomeno, visto da decenni, di una fede in Dio senza sentire il bisogno di appartenere alla chiesa (anche se nessuno può sapere quanto questa sia una fede cristiana o invece un’esperienza religiosa altra espressa con categorie cristiane perché il nostro contesto culturale offre solo quelle), il fenomeno di quelli che avendo aderito con consapevolezza alla fede cristiana si allontanano dalla vita della chiesa perché questa non ...

Leggi tutto

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie tecnici da parte nostra. [ info ]

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi