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Giannino Piana
La chiesa italiana ha scelto per il Convegno nazionale, che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre, il tema dell’antropologia cristiana. Nell’intenzione dei promotori di questa importante assise si tratta di ripensare e di ridefinire, di fronte ai profondi cambiamenti socioculturali prodottisi con un ritmo accelerato negli ultimi decenni, il senso e le strutture portanti dell’umanesimo cristiano. La scelta risponde senz’altro a un’esigenza vera e indilazionabile.La radicalità dei cambiamenti intervenuti (e tuttora in corso) non può essere affrontata mediante interventi settoriali, per quanto importanti. Esige un approccio globale, che risalga alle categorie interpretative dell’identità dell’umano; in gioco vi è infatti il senso stesso dell’esperienza umana e, più radicalmente, il futuro dell’uomo e della specie umana. Le domande che affiorano e alle quali occorre rispondere sono allora: quale immagine di uomo viene oggi emergendo? Si può ancora parlare di umanesimo? Quale? E, infine, a quale modello etico occorre dar vita per affrontare, in modo adeguato, la situazione attuale? L'egemonia della tecnica All’umanesimo classico, che ha avuto nella letteratura e nelle arti la sua più alta espressione e che integrava in sé anche la ricerca scientifica – è sufficiente ricordare qui le figure di Leonardo e di Galileo –, e che ha rappresentato a lungo il modello di riferimento, pur con indubbie e considerevoli varianti, della civiltà occidentale (europea in particolare), è oggi subentrata una nuova stagione, la cui portata e i cui connotati non sono facilmente decifrabili. La postmodernità non ha certo rinunciato ad alcuni aspetti della tradizione passata, ma ... Leggi tutto