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Fine settimana
La Costituzione conciliare sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, ci chiede di saper leggere e decifrare i segni del tempo, il nuovo che emerge. Ne vogliamo indicare alcuni, anche a partire dalla nostra esperienza ecclesiale, che superficialmente potrebbero apparire dei segnali negativi invece che delle opportunità. La diminuzione dei presbiteri La mancanza di presbiteri non va vista come una fatalità, ma come un'occasione propizia, opportuna per ripensare il ministero del presbitero e il ruolo dei laici battezzati nella comunità dei credenti. Non basta ridurre di numero le parrocchie, magari annullando tante piccole comunità all'interno delle quali sono possibili relazioni più autentiche, dove è possibile crescere nella condivisione, nell'ascolto e nel dialogo fraterno. E' compito della Chiesa assicurare alle comunità cristiane quei presbiteri e quei vescovi di cui ha bisogno per poter celebrare l'eucaristia e se non si trovano più persone che fanno una scelta di vita celibataria occorre cercare altrove. Ma costituisce problema anche il modo di intendere il proprio ministero da parte dei presbiteri più giovani. Come scrive un vescovo emerito, Noyer, “dal loro modo di comportarsi con sorridente arroganza, certi giovani sembra che abbiano confuso l'umile sequela di Cristo con il gusto di dominare”. (J. Noyer, Dateci preti, in Témoignage Chrétien del 25 novembre 2010) [1]. Il cammino che abbiamo fatto nella nostra comunità, accompagnato da presbiteri ricchi di sapienza e anche di anni, è visto come cosa estranea e strana dai presbiteri più giovani, più attenti a evidenziare la particolarità del loro ruolo, a marcare ... Leggi tutto