CAMMINARE, PREGARE, SERVIRE. I 70 ANNI DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE

Giovanni Cereti

Papa CEC Nairobi, Kenya. È il 1984. In un campus universitario non lontano dalla città un migliaio di credenti, appartenenti a undici religioni diverse, restano insieme per undici giorni, per pregare, parlare, operare per la pace. Sul filo del ricordo È la quarta assemblea della “Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace”, un’organizzazione che afferma di essere formata da credenti che vengono da tutte le religioni del mondo, da tutte le regioni della terra, per riflettere su tutti gli aspetti della pace: giustizia, nonviolenza, lotta al razzismo, liberazione dei popoli. Ci sono anche i cristiani, almeno un centinaio. Ma non sappiamo se sono ortodossi, cattolici, protestanti, anglicani. Nell’estate africana, nessuno porta abbigliamenti solenni. Nel rapporto con le altre religioni, basta sapere che siamo tutti cristiani, già uniti nella comune fede in Cristo e nel comune battesimo. Solo la domenica, i cattolici si ritrovano insieme per l’eucaristia e gli anglicani concelebrano con loro. Altrimenti, si prega tutti insieme. E la sera, quando ci si riunisce per le preghiere spontanee, non riconosci se è un cristiano, un islamico, uno zoroastriano, che ha elevato quella bella preghiera all’unico Dio. Un ricordo che ancora mi commuove. Trecentoquarantotto chiese per la pace E questo ricordo è emerso proprio in riferimento alla visita che papa Francesco ha fatto il 21 giugno al Consiglio Ecumenico delle Chiese, a Ginevra. Il Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec) è sorto nell’estate 1948, al termine di una guerra atroce che aveva visto i cristiani lottare su ...

Leggi tutto

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie tecnici da parte nostra. [ info ]

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi