Pino Ruggieri

LA SINODALITÀ SIA UNA PRATICA ABITUALE DELLA CHIESA

Intervista al teologo Giuseppe Ruggieri a cura di Giampiero Forcesi  Pino Ruggieri

Il testo della presente intervista (parte prima) viene pubblicato anche dalle riviste: Dialoghi (Lugano/CH), Esodo (Mestre/VE), Il gallo (Genova), il tetto (Napoli), Koinonia (Pistoia), l’altrapagina (Città di Castello/PG), Matrimonio (Padova), Nota-m (Milano), Oreundici (Roma), Tempi di fraternità (Torino). Le riviste, che aderiscono alla Rete dei Viandanti, con questa iniziativa vogliono dare visibilità ad un progetto comunicativo unitario, che intende, tra l’altro, promuovere una riflessione sui temi che papa Francesco indica per la riforma della Chiesa, a partire proprio dalla questione della sinodalità. (V)

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Hai intitolato il tuo ultimo libro – un libro impegnativo ma affascinante – Chiesa sinodale[1]. Nell’introduzione dici che, se non fosse per pudore, l’avresti potuto intitolare Esistenza, chiesa e pensiero sinodale, perché i capitoli che lo compongono, hanno un nesso forte con il tuo cammino personale, le esperienze che hai fatto, il pensiero che hai elaborato. Un cammino e un pensiero che nella dimensione della sinodalità, cioè del camminare insieme, hanno trovato un punto di fusione, sebbene mai in modo definitivo. Ecco, forse, possiamo incominciate di qui. Dalle tappe della tua vita e del tuo pensiero in cui l’aggettivo sinodale è emerso in modo più significativo… Decisivi sono stati nel mio cammino, ai fini della riflessione sulla natura sinodale della chiesa, soprattutto due momenti. Ho avuto la fortuna di partecipare da “stenografo” ai primi due periodi del concilio Vaticano II. E poi, a ...

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