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Giancarla Codrignani Essere testimoni di operazioni che mettono a rischio la pace nel mondo non può non allarmare le coscienze sia laiche che religiose. Il Mediterraneo e tutta l'area circostante sono in gravissime difficoltà e certamente ha ragione chi rifiuta, senza decisioni dell'Onu, interventi militari per sostenere - ma non è una contraddizione? - i diritti umani offesi. Contesti fortemente legati a questioni religiose I tempi cambiano e non sono più possibili (ormai basta un tweet) dimostrazioni civili - come ai tempi dell'istallazione dei missili nucleari a Comiso - che servirono anche per maggiore informazione del paese sullo stato di salute della pace. Per il 2013 l'Italia ha messo a bilancio 5 miliardi e mezzo di investimenti per la Difesa, ha in produzione gli F35, a Niscemi istalla la base di raccolta di tutte le informazioni satellitari del Mediterraneo. Tutto questo mentre le aspettative delle "rivoluzioni dei gelsomini" sono fallite, si minaccia una reazione catena fra paesi islamici sunniti, sostenuti dagli Usa e dai paesi petroliferi arabi, e il contesto coinvolge Israele, l'Iran sciita con la nuova presidenza moderata, l'Iraq a maggioranza sciita ma governato dai sunniti e il Libano a componente religiosa mista sempre in conflitto. Si tratta di contesti fortemente legati alle questioni religiose, come testimonia la sollecitudine con cui l'invito al digiuno di Papa Francesco è stato accolto, quasi fosse la parola "politica" attesa. In Siria certamente la situazione è illiberale, ma ...
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